Rossella Fabbrichesi, In comune. Dal corpo proprio al corpo comunitarioRossella Fabbrichesi, In comune. Dal corpo proprio al corpo comunitario
Segnaliamo con piacere l’uscita del nuovo libro di Rossella Fabbrichesi, In comune. Dal corpo proprio al corpo comunitario (Mimesis, Milano-Udine 2012)
L’idea che si diano corpi comuni e coscienze collettive, che i confini del corpo vivente non siano così netti e profilati come crediamo da molti secoli, che, forse, i confini stessi della coscienza personale debbano essere ridisegnati e ampliati, attraversa da più d’un secolo la filosofia e la letteratura, e si è imposta nelle pratiche condivise dello scambio e del commercio tra individui. La coscienza interiore – è sotto gli occhi di tutti – sta divenendo oggi superflua: sta rivelandosi una funzione di cui si avverte sempre meno il bisogno e che, quindi, per evocare una metafora evoluzionistica, si sta rapidamente atrofizzando. In questo testo si mette alla prova l’idea secondo cui le nozioni di ‘Sé’ e di ‘corpo proprio’, piuttosto che risolversi in unità compatte, assegnate singolarmente ad ogni uomo, possano essere identificate da un nome collettivo. Il vero corpo, secondo l’indicazione di Royce, è quello della comunità, una comunità che vive, sente, soffre come un soggetto specifico. Questo corpo della comunità, da cui ognuno di noi è penetrato e della cui carne è costituito (che per altro non è in nostra dotazione, ma che incorporiamo a partire dal senso comune), è il corpo delle Interpretazioni, come scrive Peirce, perché la vera comunità è quella dell’interpretazione. E l’interpretazione non è uno stato mentale, ma si declina sempre come prassi materialmente condivisa e strutturata in abiti di risposta impersonali e fungenti, pubblici e comunitari. Attraverso autori della tradizione greca (Omero, Platone, gli Stoici) ed ermeneutica (Nietzsche e Foucault), attraverso riferimenti al darwinismo e al pragmatismo (Peirce, James, Royce, Mead), il libro percorre un cammino verso una nuova definizione dello statuto dell’humanitas.